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Dal sistema mutualistico al Servizio Sanitario Nazionale: la rivoluzione italiana e lo specchio amaro della commedia

05.08.2025

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Fino al 1978, il sistema sanitario italiano era fondato sul modello mutualistico, eredità di inizio Novecento, secondo cui l'accesso alle cure era legato all'iscrizione a una "mutua" professionale. Esistevano decine di enti mutualistici—ognuno con regolamenti e prestazioni differenti—che garantivano assistenza sanitaria primaria solo ai lavoratori iscritti e ai loro familiari. Chi non aveva un lavoro regolare, le donne non occupate, i disoccupati o molti anziani, rischiava di restare privo di tutela. Gli enti mutualistici stipulavano convenzioni con medici e specialisti, spesso generando logiche di clientelismo, pratiche corruttive e una gara accanita per attrarre più "mutuati", come ben raccontato dalla cronaca e dalla letteratura dell'epoca. In questo scenario, l'assistenza dipendeva molto dalla zona geografica, dal tipo di lavoro e dallo "status" sociale: le disuguaglianze erano evidenti e il diritto alla salute era di fatto un privilegio, più che una garanzia universale. 

Il grande cambiamento del 1978: la nascita del SSN

Il 23 dicembre 1978 viene promulgata la legge 833 che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), uno dei pilastri sociali della Repubblica. Il SSN fu pensato ispirandosi all'articolo 32 della Costituzione, secondo cui la salute è un diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. Con questa riforma l'Italia passa a un modello universalistico e pubblico: l'accesso alle cure diventa gratuito per tutti e le prestazioni sanitarie sono erogate indipendentemente dall'impiego, dallo stato sociale o dalla provenienza. Il finanziamento non gravava più sulle mutue ma sulla fiscalità generale, aprendo la strada a una sanità finalmente equa e inclusiva. La legge 833 pose inoltre le basi per la territorializzazione dei servizi (USL, poi ASL) e la globalità degli interventi, ridisegnando il rapporto tra cittadino e sanità in un'ottica di democrazia e solidarietà.

I principi rivoluzionari della riforma

La riforma del 1978 ha sancito alcuni principi cardine che restano al centro del sistema: universalità (tutti hanno diritto alle cure), uguaglianza (nessuna discriminazione), equità (pari accesso a prestazioni e farmaci). Al suo avvio il SSN fu una vera rivoluzione sociale, perché ribaltava le logiche selettive del mutualismo e contrastava una medicina fatta di favori e protezioni. Negli anni il modello italiano è diventato un esempio in Europa per sostenibilità e capacità di tutela, pur tra mille difficoltà e successive riforme che ne hanno ridefinito competenze e autonomia delle Regioni.

Un ritratto amaro: "Il medico della mutua" di Alberto Sordi

Nella memoria collettiva italiana, nessun film ha saputo descrivere meglio le storture del vecchio sistema mutualistico come "Il medico della mutua" (1968) di Luigi Zampa, interpretato magistralmente da Alberto Sordi. Il personaggio di Guido Tersilli incarna l'arrivismo e le furbizie tipiche di una stagione in cui il numero di mutuati era una questione di prestigio e ricchezza: si assisteva a una corsa al paziente, spesso trattato solo come una "testa" da fatturare, più che una persona da curare. La commedia di Sordi, col suo tono grottesco e arguto, mette in luce i meccanismi di clientela, l'ipocrisia della categoria e i compromessi etici che il sistema induceva. Il curioso paradosso è che, nel film, il fenomeno dei "mutuati" esaspera la figura del medico, trascinato in un vortice di numeri, pressioni e pratiche discutibili che riducono il malato a semplice oggetto economico.

Tra realtà e commedia

La satira di Sordi, pur con i suoi eccessi, rappresenta una fotografia lucida di come il vecchio sistema mutualistico potesse distorcere l'etica professionale e disumanizzare la relazione medico-paziente. Nel confronto con il presente, la creazione del SSN segna invece un salto nel riconoscimento della salute come diritto effettivo: non più cittadini di serie A e di serie B, ma un sistema aperto, inclusivo e orientato alla persona. Nel finale de "Il medico della mutua", il dottor Tersilli arriva addirittura a dare consulti telefonici per reggere il sovraccarico: una condizione tragicomica che, mutatis mutandis, ancora richiama sfide attuali sull'accessibilità, la qualità delle cure e la sostenibilità del sistema nazionale.

Conclusione

Il passaggio dal sistema mutualistico al SSN rappresenta uno dei più importanti avanzamenti civili nella storia d'Italia, caratterizzato da un'apertura verso l'universalità e la tutela dei diritti fondamentali. Se la commedia di Sordi ci ricorda i rischi di un sistema sanitario costruito sull'interesse personale e non sul servizio pubblico, la riforma del 1978 resta una delle più grandi rivoluzioni sociali italiane, ancora oggi da difendere e aggiornare.

  • Rai Cultura: "1978-nsce il sistema sanitario nazionale"
  • Medical Fact: " Sistema Sanitario Nazionale: com'è cambiato dal 1978 ad oggi"
  • Corriere della Sera: "Sordi medico della mutua"