Sanità in Calabria e il ruolo traballante dei medici cubani: un’analisi della crisi e delle scelte politiche
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La sanità pubblica calabrese si trova oggi ad affrontare una crisi aggravata dalla fuga dei medici cubani, figure strategiche introdotte per colmare la cronica carenza di personale sanitario nella regione. L'accordo stipulato nel 2022 con la società cubana Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. (CSMC S.A.) prevedeva infatti l'arrivo di quasi 500 medici cubani per rinforzare strutture sanitarie in forte difficoltà. Tuttavia, a meno di tre anni dall'avvio del progetto, si registra un numero crescente di defezioni, trasferimenti verso il settore privato o verso altri Paesi europei e addirittura medici che non sono rientrati dalle ferie. In questo articolo riepiloghiamo la storia e le motivazioni della scelta politica che ha portato all'arrivo di medici cubani in Calabria, i dati aggiornati sul loro numero e le cause che stanno alla base della loro uscita dal sistema pubblico regionale.

La genesi dell'accordo con Cuba e il ruolo dei medici cubani in Calabria
La Regione Calabria, storicamente alle prese con gravi problemi di sottoorganico medico, ha sottoscritto nel 2022 un accordo con la società cubana CSMC S.A. per l'invio di fino a 497 medici cubani. Questi professionisti sono stati contrattualizzati direttamente dalle aziende sanitarie calabresi con contratti a tempo determinato secondo la normativa italiana, con l'obiettivo di garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) e migliorare la qualità dei servizi. La presenza dei medici cubani, distribuiti tra le varie ASP e AO della regione, ha rappresentato un tentativo pragmatico e necessario per affrontare la penuria di personale medico e contenere le criticità legate all'erogazione delle cure.
Secondo fonti ufficiali, a maggio 2025 risultavano presenti circa 370 medici cubani in Calabria, meno del contingente previsto. In particolare, il sostegno cubano è stato visto come un modello di cooperazione sanitaria utile anche in termini di scambio professionale e scientifico, con ricadute positive sull'efficienza delle prestazioni mediche erogate.
Le ragioni della fuga e dei disagi dei medici cubani
Nonostante l'importanza strategica del progetto, negli ultimi mesi si è accentuata una fuga di numerosi medici cubani dal sistema sanitario pubblico calabrese. Alcuni hanno lasciato l'Italia per trasferirsi in altri Paesi europei, altri sono passati al settore privato, mentre altri ancora non sono tornati dalle ferie. Le ragioni di questa scelta politica e personale sono molteplici e radicate in problematiche contrattuali, organizzative e di tutela professionale.
Le condizioni contrattuali prevederebbero un compenso lordo mensile di circa 4.700 euro, ma solo una frazione – circa 1.200 euro – sarebbe percepita direttamente dai medici cubani, mentre la parte restante viene trattenuta dalla società cubana, secondo quanto riportano fonti giornalistiche. Questo meccanismo ha sollevato critiche e preoccupazioni sulla dignità e sulla trasparenza del trattamento economico e delle tutele per questi professionisti.
In aggiunta si segnalano difficoltà legate alla gestione del rapporto lavorativo con le aziende sanitarie, alla mancanza di riconoscimento pieno delle qualifiche e alla complessità delle condizioni di lavoro, con ambienti spesso critici e carenze strutturali. La situazione è stata posta all'attenzione del Consiglio regionale con interrogazioni che chiedono verifiche sulla situazione contrattuale e sulla reale efficienza del progetto.
La risposta delle istituzioni e le prospettive del progetto
Nonostante le polemiche e le defezioni, la Regione Calabria ha confermato l'intenzione di proseguire con il progetto di reclutamento di medici cubani almeno fino al 2027, rinnovando ufficialmente l'accordo con la CSMC S.A. La giunta regionale riconosce la necessità di queste risorse per assicurare cure adeguate e garantire la continuità assistenziale, in attesa di una più ampia riforma strutturale del sistema sanitario calabrese.
Le istituzioni sottolineano inoltre il valore del rapporto di cooperazione con Cuba, che ha consentito di tamponare carenze significative e di avviare un interscambio professionale positivo. Tuttavia, resta la sfida di rivedere le condizioni contrattuali, migliorare le tutele e favorire ambienti di lavoro più dignitosi e stabili per evitare ulteriori abbandoni.
Dati concreti e impatti sul sistema sanitario calabrese
Il contingente previsto di 497 medici cubani non è stato mai raggiunto nella sua piena operatività. A maggio 2025 ne risultano effettivamente presenti circa 370. Questo dato mostra come circa un quarto del personale medico cubano previsto abbia lasciato il sistema pubblico o non abbia rinnovato la propria partecipazione.
L'effetto di queste defezioni si ripercuote direttamente sull'efficienza del sistema sanitario, già sotto pressione per problemi strutturali e storici. La carenza di personale genera aumento delle liste di attesa, minore qualità dell'assistenza e un ricorso crescente a strutture private o fuori regione.
Le interrogazioni e le richieste di chiarimenti, di cui si è fatto portavoce anche il consigliere regionale Ernesto Alecci, evidenziano l'urgenza di una revisione del progetto e di un maggiore controllo sul reclutamento, sulla gestione contrattuale e sul benessere degli operatori.
Conclusioni: una scelta politica necessaria ma da riformulare
L'arrivo dei medici cubani in Calabria ha rappresentato una risposta concreta e temporanea a un grave problema sanitario regionale, offrendo un sollievo in termini di organici e assistenza. Tuttavia, le condizioni di lavoro, i meccanismi contrattuali e la gestione complessiva del progetto mostrano criticità tali da mettere a rischio la sostenibilità di questa soluzione.
La fuga di medici cubani dal sistema sanitario pubblico calabrese sottolinea l'urgenza di una revisione profonda delle condizioni di impiego, delle tutele e dei riconoscimenti, ma anche la necessità di politiche sanitarie strutturali più ampie per contrastare carenze endemiche e migliorare la qualità dell'assistenza.
Nel futuro prossimo sarà cruciale un impegno congiunto tra Regione, Aziende Sanitarie e partner cubani per stabilizzare questa risorsa preziosa e garantire un sistema sanitario più efficiente, sostenibile e attrattivo per tutti i professionisti.